L ’allestimento, temporaneo e riproducibile, vuole essere connessione
tra il brande alcuni aspetti della città di Napoli. Una prima fase è stata quella
di individuare le strade principali dello shopping napoletano ovvero “VIA TOLEDO
e VIACHIAIA” le quali fanno da perimetro ai quartieri spagnoli, quest’ultimi caratterizzati
da un assetto Ippodameo, che è diventato il tema del progetto. Estrapolandola
griglia dell’assetto stradale; all’interno dello spazio questa griglia diventa
controsoffitto, sostenuta da pendini di acciaio. Una struttura molto semplice costituita
da tubolari a sezione quadrata 30x 50, i quali fungono da travetti; un’orditura
principale e una secondaria, un po’ come un solaio a doppia via, il tubolare secondario
poggia sul principale ed è tenuto insieme da un cavallotto bullonato, ogni tubolare
si estende per una certa lunghezza ed è costituito da più pezzi uniti da un tubolare
di sezione minore che funge da cravatta bullonata. A questa griglia vengono poi
aggiunti ed appesi dei teli in PVC a doppio strato nel quale vengono inseriti dei
tondini di ferro per irrigidire il telo generando così dei piani d’appoggio che
serviranno alla vendita del prodotto. L’allestimento, poi trova una seconda disposizione
alla sera, se di giorno lo spazio mira ad esporre il prodotto, di sera questo
diventa una vera e propria sala espositiva, che può assumere diverse configurazioni
per ogni tipo di esigenze e occasioni. Le opere esposte mirano a far conoscere
la città di Napoli e la cultura dei quartieri spagnoli, di come i suoi abitanti,
vivono il vicolo come un pezzo di casa propria, attraverso fotografie di vari artisti
napoletani. Lo spazio ha un dinamismo che c ’è dato grazie alla struttura modulare
della griglia, generando così ogni giorno organizzazioni spaziali differenti in
base alle occasioni
Ignazio Gardella - Nel 1968 il comune di Vicenza bandisce un concorso a inviti per la progettazione del Teatro Comunale a cui parteciparono anche altri architetti come Franco Albini e Carlo Scarpa. Il bando richiedeva una sala per 1250 spettatori, due sale da 100 posti ciascuna e un bar-ristorante con un costo massimo di 850 milioni finanziati dai fondi per le riparazioni dei danni di guerra e in parte dal Comune che chiedeva l’inserimento dei negozi per favorire una fonte di reddito. Il programma funzionale viene però criticato dall’opinione pubblica perché considerato sovradimensionato rispetto alle reali necessità della città. I progetti di concorso vengono consegnanti il 15 gennaio 1969; il vincitore è dunque Albini. I conflitti sopracitati si intensificano col tempo e il bando viene in un primo momento ritirato, per poi essere riproposto dieci anni dopo; a Gardella verrà affidato l’incarico data la morte di Albini. Nonostante la revisione del progetto nel 1979...







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